mercoledì 15 febbraio 2012

amore, non amore


Sostenere che di una persona ci si innamora dell'anima, della sua essenza, significherebbe barare. Perché non è la mente a mediare l'attrazione amorosa, quanto un misterioso e atavico richiamo la cui natura è tanto oscura quanto imprevedibile. Quando scatta l'attrazione per un'altra persona ancora non la conosciamo abbastanza e di certo non ne conosciamo l'intimità. Semplicemente scatta un interruttore che ci accende ad uno stato nascente ricco di emozioni, di desiderio, di energia, di struggimento, di nuove priorità. E di corteggiamento.
Non è un processo né volontario né scelto: per quanto possiamo stimare una persona e persino ritenerla ideale, non c'è verso di poterci innamorare a forza. Ci si può legare per interesse (interesse persino nobile ma più spesso ignobile), ma per interesse non ci si innamora. Certo ci sono dongiovanni (e seduttrici) che per piacere di conquista simulano l'innamoramento ma si tratta per l'appunto di una commedia, di una sciarada, non di uno stato reale. Il dongiovanni è innamorato solo di sè stesso e incapace di coniugarsi al plurale.
Lo stato nascente è una stato ancora personale, che cioè riguarda il singolo: ci sentiamo attratti, languidi e portati al corteggiamento, ma non c'è nessuna garanzia che l'altro ci ricambierà del medesimo desiderio. Se in effetti non siamo ricambiati e l'oggetto della nostra attrazione resta indifferente (quando non ostile), ci troviamo a dover soffocare più o meno rapidamente o lentamente e con più o meno successo lo stato nascente per tornare in stand-by, di nuovo disponibili ai maneggi di Cupido. Non essere capaci di spegnere il desiderio per una persona che non ci ricambia può costituire una specie di errore comportamentale, quello che è alla base dell'atteggiamento degli stalker - anche se non mancano aneddoti (rari) su corteggiamenti andati in porto contro ogni previsione ("chi la dura la vince"). Di solito chi ha avuto più esperienze amorose e tende ad avere più successo in amore, con più facilità si ritira di fronte all'insuccesso; mentre chi è timido o inesperto è più prono a cristallizzare il proprio desiderio in un amore platonico.
Se il nostro stato nascente è ricambiato accendendo un desiderio nella persona che corteggiamo, entriamo nel campo dell'amore attraverso la porta dell'innamoramento. L'innamoramento non è più uno stato confinato al singolo ma partecipa di una serie di interazioni non solo fra i due partner ma persino con l'ambiente, la società nella quale gli innamorati vivono (per esempio i genitori, i figli, eventuali partner pre-esistenti, barriere geografiche o sociali…). Questa magica esperienza dell'amore, la più dolce, la "luna di miele", è un momento magico, che non capita troppo spesso di vivere, un momento di profondo appagamento, di gioia, di energia, di fantasia, di benessere che costituisce un tesoro personale che tendiamo nel tempo a ricordare e a rimpiangere. Giorni magici in cui la sensibilità si acuisce, la sensualità esplode, la fantasia e l'energia prendono il sopravvento.
Nel corso della luna di miele la figura ideale del partner, all'inizio fatta non di materia ma di pura astrazione, comincia a sovrapporsi in un lungo processo di dissolvenza alla persona reale in carne ed ossa, quella vera che già esisteva prima che noi la incontrassimo, quella con la sua storia personale, con il suo preciso carattere, con i propri problemi e la propria personale interazione con l'ambiente che lo circonda.
Scrive acutamente lo scrittore Andrea De Carlo nel romanzo Tecniche di Seduzione: "Non è incredibile come quando ti innamori di una donna ti sembra che lei viva d'aria, senza peso e senza fatica, senza nemmeno bisogno di mangiare, alimentata solo dalle sue qualità sorprendenti? Sei così pieno di entusiasmo che dedichi tutte le tue energie a renderla una parte permanente della tua vita, e non ti rendi conto di come in questo modo aiuti il suo peso a venire fuori. Vengono fuori le sue malattie psicosomatiche e vengono fuori i suoi genitori, vengono fuori i suoi difetti fisici e i suoi difetti di carattere e le sue richieste…" 
Ed ancora: "siamo noi che cerchiamo di fermare le cose che ci piacciono, renderle più permanenti e sicure possibili, sottrarle ai pericoli del tempo e delle trasformazioni e dei cambiamenti d'umore. Ed è anche bella l'idea che due persone possano vivere insieme sicure e fiduciose, senza i sospetti e i giochi di contrappeso e i ricatti e le lusinghe…" 
In questo processo la persona ideale che ha acceso i nostri sensi si trasforma nella persona reale di cui ci troviamo ad essere innamorati. Forse è in questo processo che consiste la trasformazione dell'innamoramento in amore. L'operazione può andare liscia, anzi può essere una bella trasformazione; può darsi che quell'aspetto fisico che ci aveva attratti (c'è sempre una forte fisicità fra le regole, per quanto ignote, dell'attrazione), magari quel sorriso, quello sguardo, o perché no quel seno arrogante, trovino una completa soddisfazione nella materia di cui è fatto il partner. Che gli indizi di simpatia, di vivacità, di creatività, di intelletto (o anche di stupidità: uno stupido può ben essere attratto da un suo simile) si rivelino prove di un carattere davvero stimolante. Come può succedere il contrario, che la realtà sia diversa dalle nostre (o dalle sue) aspettative, e che parti del carattere della persona ci risultino fastidiose o addirittura incompatibili. Questo può fare crollare il castello di carte e traformare il miele in fiele (o più banalmente in noia) o può portarci a creare false aspettative, come quella classica di chi si è così affezionato alla propria storia d'amore da volersi illudersi di riuscire nel tempo a "cambiare" il partner. Si dice sia una prerogativa più femminile quella di cercare di cambiare l'uomo, salvo rinfacciargli, una volta riuscita nell'impresa, di "essere cambiato". Effettivamente le persone possono cambiare, ma di solito in peggio…
La natura sembra aver previsto un'età in cui sintonizzare due persone è più semplice e naturale, ed è la giovinezza, quella in cui si formano le prime coppie. La maturità, al contrario, porta con sè l'esperienza di amori perduti e di conseguenza la consapevolezza dell'importanza dell'amore, della gratitudine che si deve al partner e della necessità di valorizzarlo e non di sottomertelo, ma anche la difficoltà a mutare abitudini ormai inveterate e di accettare una persona in qualche modo troppo diversa da noi.


Innamorarsi è bellissimo, disinnamorarsi è deludente.



13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Blue! Speravo proprio che pubblicassi qualcosa... come sempre interessante e piacevole!
Vorrei dare il via ad una delle solite discussioni che si creano, ma ora non ho il tempo materiale... contrariamente al mio solito oggi lavoro e quindi in questo momento (ore 6:40) sono in "accelerata"...
dalla tua latitanza dal blog, da te definito " dei cuori spezzati che guardano il soffitto" mi piace pensare che tu stai bene...
buon giovedì a te e a tutti!

Blue Bottazzi ha detto...

il blog dei cuori spezzati che guardano il soffitto? Ma no dai, quando l'ho scritto?

Anonimo ha detto...

Ciao Blue! scusa se ti rispondo solo ora, ma sono tornata a casa poco... hai scritto quello da cui ho dedotto quello che ho "postato" questa mattina ( mmm che complicata... sono un po' stanca ) lunedì 14 febbraio 2011 nei commenti de "l'Infedele".
... alla prossima! buona serata !

Blue Bottazzi ha detto...

eh già...

red ha detto...

Descrizione perfetta, Blue.
Certo, per apprezzare al meglio bisogna essere nello stato d'animo giusto, altrimenti il lettore lo interpreta come un trattato di sociologia.
Ma sbaglio se dico che anche nelle storie che rimangono incomplete (per scelta o per fato) bisognerebbe sapere cogliere il meglio e tenerselo come un ricordo (o un'esperienza) da incorniciare?
O sarebbe meglio fare un cleaning della mente?
Ciao, un abbraccio

Blue Bottazzi ha detto...

Non sbagli, caro Red. Noi siamo (anche) ciò che abbiamo vissuto. E il ricordo dei momenti belli non ce li porta via nessuno.
Quanto alla "sociologia", a volte ci si atteggia distaccati e "freddi" per maneggiare argomenti troppo "caldi". Vuol dire che il prossimo post sarà più spiritoso...

red ha detto...

Caro Blue, mi hai frainteso.
Non è il tuo post che è freddo o distaccato; intendevo dire che se il lettore non è nello stato d'animo giusto (insomma se non è innamorato o giù di lì) lo può vedere come un trattato di "sociologia".
Ma per gli altri va benissimo, è perfetto come ti ho detto.
p.s non basta non essere un robot per fare i commenti bisogna anche avere 12 decimi alla vista e un po' di fantasia...

Anonimo ha detto...

... ma, quando ci si Innamora davvero, ci si può disinnamorare ?

Blue Bottazzi ha detto...

purtroppo sì, c'è un punto di non ritorno oltre il quale ci si disinnamora...

Anonimo ha detto...

Ma Blue, nun se faaa

Anonimo ha detto...

Tu sarai amato il giorno
in cui potrai mostrare la tua debolezza
senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza.

Caro Blue, ti rispondo così, con questa frase di Cesare Pavese.

Anonimo ha detto...

... niente di più vero... io l'ho sempre fatto... ma credo che non sia mai stato percepito...

Anonimo ha detto...

A me è capitato proprio che dalla persona che ho amato di più e più a lungo, siano state usate le mie debolezze e le mie paure per affermare la sua forza, la sua arroganza e la sua pseudo intelligenza di essere superiore a me.
Per anni ho dovuto sembrare forte e inattaccabile, insomma non sono mai stata me stessa per questi motivi.
È stato molto frustrante non essere apprezzata anche per le mie debolezze di donna prima che di essere umano.
Ma ne ignoro il motivo.