martedì 25 dicembre 2012

una storia di Natale


Mi ha sempre affascinato la capacità di scrivere una storia su ordinazione, come la storia di Natale che pubblicano i quotidiani americani. Questa l'ho pubblicata sul numero di SUONO in edicola in dicembre. Purtroppo la mia storia è la conferma di ciò che già sapevo, cioè che scrivere racconti non è il mio campo. Ma è solo per gioco.

Da qualche parte nei sobborghi, Charlie rientra a casa. Nella cassetta delle lettere, una busta con l'indirizzo scritto a mano. Viene da Minneapolis, e la calligrafia è di qualcuno che forse avrebbe preferito non dover ricordare. Si infila la busta nella tasca, la aprirà più tardi, dopo aver pranzato solo, sulla poltrona di fonte alla televisione spenta, con un bicchiere di Jack Daniels allungato. Charlie si infila gli occhiali e legge. “Ciao Charlie. Sai, adesso vivo proprio sulla nona strada, sopra quel negozio di libri polveroso fuori da Euclid Avenue. Non mi faccio più e non bevo più nemmeno whiskey. Ho un uomo, suona il trombone e ha un lavoro alle ferrovie. Mi ama, anche se quello che aspetto non è suo figlio, ma dice che crescerà come fosse il suo. Mi ha dato un’anello, era di sua madre, e ogni sabato sera mi porta fuori, a ballare…” Dalla finestra di fronte arriva il solito frastuono di quella giovane coppia di irlandesi che tanto per cambiare litiga. Lui è piccolo e sdentato, si da un sacco d’arie e veste una giacca consumata... 

continua a leggere la storia sul Blue Bottazzi BEAT.