martedì 11 settembre 2012

the Jazz Café


C’è questo locale, il Jazz Café. Ha un aspetto minimale, essenziale, con pavimenti in parquet chiaro, pareti beige con appese copertine di dischi incorniciati ed una libreria su un lato ed una vetrata su un altro, lungo la cui parte bassa scorre una tendina che nasconde da fuori la vista dei tavolini e delle sedie moderne. È aperto dal mattino, quando alla musica hot di Louis Armstrong servono caffè lungo e cappuccino, krafen zuccherati, donuts, fette di torta (al limone, al cioccolato, cheese cake, con la meringa). Persino toast imburrati con marmellata di arance. Nella mattinata la musica diventa quella di Duke Ellington ed i tavolini si riempiono di dormiglioni che fanno colazione tardi, e di persone che si attardano sorseggiando un caffè mentre aggiornano FaceBook o leggono un libro (chi se la tira ostenta un kindle) o ancora ne scrivono uno su un portatile, un iPad o magari una poesia a penna su un moleskine. A pranzo servono piatti leggeri e gustosi a base di pollo, riso, carne e verdure, tartare, tonno alla griglia. Nel pomeriggio si beve qualche tea e la musica è cool-jazz che sotto sera, quando si riempie e cominciano a servire calici di vino rosso o pastis con tramezzini con pomodoro, formaggio e insalata, diventa più vivace be-bop. Dopo l’aperitivo è la volta del ristorante, con la cucina di verdure, piatti etnici e delizie a base di merluzzo o magari, in stagione, zuppa di castagne. Nella lunga serata qualche volta c’è musica dal vivo, oppure semplicemente hard-bop, free-jazz, fusion e cocktail a base di rhum, tequila e gin. Ci puoi trovare seduti a tutte le ore artisti, musicisti, giornalisti e qualsiasi tipo di persona con un filo di buon gusto e di creatività.