venerdì 30 ottobre 2009

il giorno dei morti



Il giorno dei morti ci si mette il cappotto, perché l'aria si è fatta fredda ed è arrivata la nebbia. Il giorno dei morti si guardano sulle tombe quelle foto tonde con piccoli volti in bianco e nero di un tempo che non c'è più, che sorridono lontani perché a loro niente importa più. E quando esci dal cimitero non vedi i campi perché la bruma copre anche il sole.
Mia nonna che leggeva il quotidiano solo se lo teneva disteso sul tavolo del pranzo; e leggeva praticamente solo la pagina dei morti come se fosse stata facebook per vedere se ci fosse qualcuno che conosceva. E io che me ne ridevo, perché avevo sei anni.
Reif che con i suoi occhi innocenti correva a rincorrere qualsiasi cosa gli lanciassi, completamente felice solo perché io ero li.
E il mio cappottino, che sentivo pesante perché era il primo giorno che lo mettevo.

5 commenti:

ste ha detto...

se ripensi a come sono ormai lontani quegli anni, i pantaloni corti, la segatura dei giorni di pioggia sul pavimento della scuola, le corte giornate di novembre, il sorriso di persone che da anni non sono più con noi, ecco, se ci ripensi ti domandi a cosa serve tutto ciò...

Anonimo ha detto...

Però anche i biscotti di farina di mais, gli ossi dei morti.
Quelli della mia mamma, buonissimi. Chissà se li ha fatti anche quest'anno! Adesso la chiamo, fa ancora in tempo a prepararmeli ; )
L.

Paolo Vites ha detto...

bello

ultimanotte ha detto...

Bella questa poetica rivisitazione di un tempo che "sembra" non esserci più,ma che sotterraneamente,ci ripropone comunque ad ogni ripetersi di stagione,certe emozioni.
Bellissima anche la foto:era proprio quello il tuo cagnolino o è una foto casuale?

Blue Bottazzi ha detto...

nell'ordine, da sinistra a destra:
Titina, un bracco tedesco; fratello; il giovane blue; sorella; madre, ancora così giovane...

sullo sfondo: pioppi sulla pianura del Po