martedì 13 ottobre 2009

circonvallazioni e tangenziali


Circonvallazioni e tangenziali non sono sinonimi. Le circonvallazioni sono larghi viali, su cui si viaggia a cinquanta chilometri all’ora, circondate da cespugli, alberi forse, e poi piste ciclabili, intervallate da larghe rotonde fiorite. Sto pensando alle belle circonvallazioni che si vedono in Irlanda, in Inghilterra, in Germania, in Francia, qualcuna persino in Italia.
Le tangenziali sono tratti di territorio sequestrati, circondati da guard rail metallici, su cui le macchine corrono a novanta all’ora (ma spesso anche al doppio), che come Attila portano degrado a perdita d’occhio dove passano. Niente biciclette, niente cavalli, niente ciclomotori, niente carretti.
Provate a camminare sotto un viadotto: trovate degrado, sporcizia, puzza tristezza; cascine abbandonate, case di povera gente.

Circonvallazioni e tangenziali sono due modi di vedere la città, il traffico, il mondo, la vita.
Le prime appartengono a chi vorrebbe attraversare gli Appennini in moto, in bicicletta, a piedi forse.
Le seconde a chi corre da Milano a Roma con l’alta velocità, a chi fa “casello casello” da casa al mare e ritorno, a chi sorvola la “fly over zone” da New York a Los Angeles perdendosi la Route 66. A chi raddrizza le curve delle strade per andare più veloce, a chi abbatte gli alberi secolari che fanno ombra ai bordi delle strade perché sono pericolosi per gli automobilisti (avete mai visto un albero precipitarsi contro un’auto?).
Spero in un futuro con poche auto, tante stazioni ferroviarie, tanti tram e tante rotonde in fiore.

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