Da bambini il Coraggio era una cosa semplice: si trattava di far partire la bicicletta senza rotelle, di lasciarsi fare un'iniezione di penicillina senza strillare, di raggiungere il fondo di un corridoio buio, di tuffarsi da un trampolino.
Da giovane c'è stato un breve momento in cui mi pareva di essere il potenziale padrone del mondo. Credevo di essere capace di affrontare a viso aperto qualsiasi situazione. Evidentemente ancora mi mancava l'esperienza della sconfitta.
Ora è tutta un'altra storia: il Coraggio è diventato prendere una decisione che non sai dove può portarti.
Immagino che si tratti di pensarci un poco ma non troppo e poi partire, semplicemente mettendo avanti un piede dopo l'altro, un passo dopo l'altro e stare a vedere dove arrivi, senza pretendere di disegnare ogni dettaglio dell'intera mappa prima di lanciarti.
Ricordo quello che mi diceva Lucio (un saggio alpinista) quando procedevo sfinito sul ghiacciaio: che ancora un altro passo si riesce sempre a farlo.
Dopo tutto, la felicità non è nel cammino?
3 commenti:
Caro Blue,
è solo una metafora o ci risiamo?
è il principio dell'entropia... le cose di solito tendono a peggiorare ;-)
mi sfuggono i vostri riferimenti, ma oggi, venerdì, con quello che sta succedendo in questo disgraziato paese ho la conferma che le cose tendono a peggiorare...
coraggio!
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