giovedì 17 novembre 2011

La Ballata del Ratto Baratto (parte 2/4)


(1 - continua)

Capitolo 2

Il Ratto Baratto andava avanti a scambiare croste di pecorino con profumati pezzi di gorgonzola o di robiolina, ma, senza che neppure se ne accorgesse, non gli capitava mai di desiderare di scambiare nel sonno la dolce topina color dell’oro. Sentiva una sensazione sconosciuta venire da un posto nuovo, un poco sopra lo stomaco, da quel cuoricino che gli batteva più distintamente quando lei gli lisciava il pelo, gli leccava i baffi, gli si strofinava sul piccolo tartufo. Sapeva che quella cosa serena e struggente che veniva dal cuore non era né fame, né sazietà, né sonno né attività: era la Felicità. Non gli era mai mancata prima perché non ne aveva mai sentito parlare, né sapeva capire con esattezza perché fosse ora all’improvviso felice. In realtà pensava di esserlo perché la vita è meravigliosa e vale la pena di essere vissuta anche da («specialmente da» pensava) un Ratto Baratto.

«Così come un giorno mi è cresciuto questo bel pelo, e un altro i baffi» pensava, «un giorno, semplicemente, sono divenuto un ratto abbastanza grande per essere felice» .

Certo, c’erano i giorni buoni e quelli cattivi, c’erano angioletti e diavoletti, croste di pane secco e mascarpone fondente, ma sempre il ratto era felice e credeva fermamente che non sarebbe mai potuto essere altrimenti. Mai dire mai (e neppure pensarlo! Non date mai niente per scontato, neanche se siete ratti di campagna!).

Un brutto giorno il Ratto Baratto incontrò una topina d’angora, dal pelo lungo e corvino, come erano del color del corvo nella notte i suoi occhi superbi e la sua lunga coda aristocratica. Il ratto pensò: «questa topina è esattamente quello che fa al caso di un Ratto Baratto con le maiuscole come sono io. È giusto quello che manca ad un ratto felice: quando l’avrò forse riuscirò anche a volare e chissà, forse a barattare l’anguria con la luna nel cielo».

In realtà non capiva esattamente perché il suo cuoricino (appena sopra lo stomaco) invece di gioirne sembrava si fosse riempito di una densa marmellata di malinconia, quella notte che nel sonno portò la topina dorata fuori dalla tana, senza neanche curarsi (o lo fece forse a proposito?) di lasciarla nella calda tana di qualche altro rattino. Il ratto pensò: «Stupido cuore, non capisce il baratto. Non è intelligente come il mio stomaco, che mi suggerisce sempre per il meglio. Ho graziose orecchie sensibili, ho dei morbidi baffetti sensuali, ho un elegante pelo argenteo, unghie lunghe e curate e uno stomaco spazioso» (solo per un pelo non aggiunse la parola «modestia» all’inventario delle qualità…). «Che bisogno c’era di quel cuoricino di cui nemmeno mi ero mai accorto?»

(2 - continua)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Blue ! una curiosità: ma le puntate del racconto non dovevano essere 5? almeno così mi sembrava di aver letto nella prima puntata... è così piacevole che mi spiace che si abbrevi!
Buon fine settimana!
ah ... ieri anche se era 17... giornata ok !... sarà l'effetto del blog che infonde "coraggio"?

Blue Bottazzi ha detto...

Ho accorpato le ultime due. BTW, il capitolo 2 è il più breve dei 4 + 1.

Anonimo ha detto...

ok... grazie !