domenica 6 febbraio 2022

Mare

 

Mi avessero detto, quando frequentavo il Liceo, che sarei vissuto e morto in Pianura Padana, mi sarei fatto una risata. Io, io di Los Angeles, io di New York, io di Londra, vivere e morire fra la nebbia fitta e l’afa stagnante della provincia, proprio non avrei dato retta. Non mi conoscete. 

Opportunità di fuggire ne ho avute, ma sono restato qui senza neanche rendermene conto, come il Pozzetto di io sono fotogenico. 

Sui banchi del Liceo fantasticavo di fare il regista a Roma

Volevo iscrivermi al DAMS a Bologna, probabilmente feci bene a lasciar perdere, ma Bologna mi è rimasta nel cuore. Città dalla faccia amica, easy, bella, rotonda, accogliente. E neanche lontana dalla Romagna della piadina e del fritto misto. 

Ho vissuto più di un decennio a Parma, dove sono diventato medico. Certo, anche Parma è in Pianura Padana, ma è una piccola graziosa capitale, la Capitale del Ducato, dove ancora ci si tramanda il ricordo del buon governo di Maria Luisa. Parma è una piccola Parigi: avrei perlomeno potuto continuare a vivere lungo le sponde della sua piccola Senna. 

A Milano vissi l’anno forse più bello della mia vita, complice l’eta. L’anno della grande nevicata, il primo amore, il primo stipendio, la golf bianca diesel. Ufficiale medico; certo, a rinnovare la ferma, magari poi mi trasferivano a Codroipo... 

Ho avuto la moglie americana, del Midwest. L’America è bella, ma non hanno bisogno di un altro provinciale; ne hanno abbastanza per conto loro. 

Cosa stavo pensando quando mi sono iscritto alle liste della medicina generale a Piacenza? Non avrei potuto fare il Medico di Famiglia in Versilia? Il mare ti cambia la qualità della vita. Sole, profumo, cappuccio e bombolone, schiacciatine, vongole e branzino. 

A Piacenza abbiamo le Valli, è vero: l’Appennino ligure, e il tosco-emiliano non lontano. Ma, diciamocelo, per quanto bello l’Appennino non è le Alpi. 

Le mie Alpi sono, per imprinting, la Val Susa e le relative Alpi francesi. Sarei diventato un maestro di sci e un ortopedico. Ma otto mesi d’inverno all’anno, oggi non li sopporterei. Forse scendendo un po’ più a valle, a Torino, incastonata fra le Alpi, che d’inverno luccicano al sole come una corona. 

Torino l’ho sempre portata nel cuore, fin da quando da bambino ci arrivavo in treno. E ancora oggi, che passeggio lungo il Po del Valentino, pranzo in un ristorante al quadrilatero romano e cerco Mastroianni con la Jacqueline Bisset al Gran Balon. 

Vivere, ormai è andata così. Ma il mio autunno, quello lo voglio spendere al mare, senza neanche un cappotto. 



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