martedì 30 maggio 2017

Nirvana


Evan Williams, co-fondatore di Twitter, ha dichiarato al New York Times: “Pensavo che quando ad ognuno fosse stato possibile esprimersi liberamente e scambiare idee ed informazioni il mondo sarebbe diventato automaticamente un posto migliore. Mi sbagliavo”. 
Nelle sue parole mi sono specchiato. Quando negli anni ottanta abbiamo scoperto il computer personale, eravamo sicuri che avremmo migliorato il mondo. “Ruote per la mente” era il motto di Apple Macintosh. Fu Steve Jobs, il profeta del XX secolo, a dire: “La TV spegne la mente, il computer la accende”. 
Una volta la TV non era un posto cattivo. La gente era ignorante quanto lo è oggi, ma gli standard della TV erano elevati. C’erano film di qualità, c’erano sceneggiati memorabili, c’era Bandiera Gialla (o come si chiamava), c’erano i programmi di Renzo Arbore…
Poi è arrivata la pubblicità.
La pubblicità è la mano sinistra del capitalismo, è il male assoluto. Addio “Non è mai troppo tardi”: la pubblicità corteggia l’ignoranza, la fomenta, la nutre, perché è l’ignoranza la benzina del consumo. La pubblicità esalta i clic, la massa, il popolo bue. La pubblicità vuole che la gente sia orgogliosa della propria ignoranza, che dileggi la conoscenza e la cultura, che ne provi addirittura diffidenza.

Un manipolo di indomabili, negli anni novanta siamo fuggiti dalla TV per rifugiarci sulla rete. Era un buon posto: la condivisione della conoscenza, la comunicazione, liste di discussioni con persone colte e preziose. Poi, come l’anima nera dietro il nulla che mangia il mondo, la pubblicità ci ha raggiunto anche sul web. Il web 2.0, l’hanno battezzato. E ha reso la rete un posto maleodorante, dove si naviga fra spazzatura, falsità, opinioni, frastuono, ignoranza ed arroganza.
Abbiamo scoperto - dolorosamente - che non è parlando tutti che si arriva alla verità. Che la democrazia non è (ancora) la soluzione definitiva a tutti i problemi.

Leggo che sotto il web esiste un deep web oscuro. Non potremmo avere anche un Alto Web, luminoso, un posto dove la pubblicità non è permessa, dove le pagine sono pulite, dove le persone sono migliori? Non per tutti, per carità, un giardinetto per la sparuta minoranza che non smette di credere.

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