martedì 21 aprile 2009

Grandeur


Intendamoci: io amo la Francia e conservo il ricordo di un paio di lunghe vacanze in cui ho toccato località bellissime come Alsazia, Normandia, Bretagna, Loira e Camargue, Porquerolles, e che ho anche immortalato in un film (no, non novelle vague). Amo gli attori francesi di una volta (Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Gérard Depardie, Jean Gabin, Yves Montand, Philippe Noiret, Jean Louis Trintignant, e perché no, Fernandel, Louis De Funes e Jean Reno...), e Georges Simenon è uno dei miei scrittori preferiti.

Inoltre non sono certo l’italiano che all’estero cerca di mangiare spaghetti. Anzi ho un dono tutto alla Zelig di trasformarmi nello spazio di tre giorni in un nativo: in vita mia sono stato a pieno titolo un francese, un irlandese, un austriaco, un inglese, un marinaio, un montanaro, e naturalmente Gaetano o’mericano. In Francia ho mangiato da francese, con tutta la migliore volontà: dopo le prime delusioni mi sono detto che probabilmente per mangiar bene in Francia bisogna spendere molto. Ho comprato la guida michelin, e ho seguito prima la pista dei migliori locali con rapporto qualità / prezzo (li segnano in rosso), poi quelli più costosi. Sono stato sfortunato: non sono mai riuscito a mangiare in modo memorabile e questa famosa grande cucina francese resta per me un mistero irrisolto. La miglior novelle cuisine l’ho assaggiata all’Osteria del Teatro a Piacenza. Ma mai che le oche, i conigli, le cozze e le vongole che in Francia mi hanno messo nel piatto, sempre coperti in abbondanza da panne, salse e creme a nasconderne la (bassa) qualità, mi abbiano smosso entusiasmo. Porto come eccezione il ricordo di una tartare di manzo a Parigi e i formaggi un po’ ovunque.

Ho elaborato una mia teoria: che la cucina francese rappresenti la grande cucina per motivi storici, quando i cuochi di corte dopo la rivoluzione si misero in proprio e aprirono raffinati ristoranti mentre nelle altre nazioni ancora si mangiavano topi.
Un po’ come la lingua italiana, che è toscana perché i toscani sono stati i primi a parlarla mentre oggi sono gli unici che non lo fanno.

Ma Alsazia, Normandia, Loira e Camargue, Provenza, Porquerolles, Bretagna e Borgogna sono comunque bellissime.

1 commento:

ste ha detto...

condivido il tuo parere sulla cucina francese. avendo avuto l'opportunità - per lavoro - di cenare in rinomati ristoranti di parigi, posso dire di non ricordare nulla di memorabile, come al contrario mi è capitato in italia...

a mio avviso manca anche una precisa cultura in materia di cucina. trovo impossibile portare uno splendido plateau royal ed accompagnarlo con vergognose salse degne di una coop...

alle fine le cose migliori che puoi trovare sono le più semplici e magari non di origine francese: a parigi ricordo con entusiasmo delle aringhe affumicate che ci hanno presentato da Kaspia, il tempio del caviale...