Torino è una città molto graziosa. Se può sembrare un aggettivo poco adatto ad una grande città aristocratica che è stata innumerevoli volte capitale - fra cui la prima capitale del Regno d’Italia - si tratta solo di abbandonare le seriose strade del centro storico per una passeggiata lungo il Po, che qui è un piccolo fiume aggraziato su cui è normale vedere sfrecciare le sottili barche dei canottieri e una ricca fauna di uccelli. Oppure arrampicarsi sul colle di Superga per osservare da sopra la nebbia la città incoronata dalle Alpi innevate.
Torino è anche una città vivace: nella cultura, nell’arte, nell’architettura. Nel recupero dell’architettura industriale, come sta facendo nella zona del Lingotto, sede di un vecchio stabilimento di automobili della FIAT.
Proprio in una fabbrica del Lingotto, quello della Carpano (che non solo produceva il vermouth ma che addirittura ne inventò il nome), ha preso sede uno strano supermercato, il più possibile antitetico dai supermercati della grande distribuzione. Questo “mercato” si è dato il nome di Eataly e lo slogan: “mangiare meno ma mangiare meglio”. In pratica raccoglie piccole aziende di misura artigianale il cui scopo è soprattutto salvaguardare il Sapore, oggi sacrificato sull’altare della produzione industriale e di norme igieniche della produzione del cibo che salvaguardano la produzione asettica ma certo non il sapore. Eataly è riuscito a distogliere l’attenzione dei clienti dal prezzo (basso) per portarla alla qualità (alta), in una società dove viceversa il quanto ha preso il sopravvento sul quale.
La vera mossa vincente di Eataly è stata però dotare i vari banchi del mercato in altrettanti banchi di ristorante dove mangiare a buon mercato sul luogo quanto viene prodotto, dal pesce crudo al baccalà, dalla costata alla pasta fresca, dalla focaccia al tartufo bianco, così come capita di fare nei mercati coperti specialmente del Nord Europa.
Non che sia facile mangiare ad Eataly, perché i banchi dei ristoranti sono letteralmente presi d’assalto - e anche perché non aprono che verso le sette di sera anziché funzionare per tutto il giorno - ma vale assolutamente la pena di organizzarsi una gita a Torino, visitare la Mole Antonelliana, passeggiare lungo il fiume dal Valentino a piazza Vittorio Veneto, prendere l’aperitivo nel quadrilatero romano ed infine sgomitare per uno sgabello ad uno dei banchi di Eataly per concludere infine, con le difese immunitarie ridotte da un paio di bicchieri di Arneis o di Barolo, riempiendo un carrello di formaggi e di salumi di pregio.
Si può persino accedere ad una stanza dedicata alla stagionatura dei formaggi e dei salumi dove persino respirare sfiora il piacere erotico.
6 commenti:
Visitate il museo del cinema nella Mole Antonelliana, ne vale la pena
E se avete un week end non dimenticate Asti e le colline circostanti.
il problema di questi viaggi: poi chi guida?
confermo la mole ed il museo del cinema. se poi uno vuole fare qualche km imperdibile la sacra di san michele...
l'unico problema della Mole è la coda permanente all'ingresso...
E' molto bella anche la zona delle Langhe, soprattutto prima della vendemmia... ad Alba ho mangiato da dio: carne cruda con tartufo bianco... da svenire!
@ Simone: io l'ho mangiata pproprio a Eataly!!
Eataly e' l'invenzione
del secolo!A Madrid hanno
ristrutturato il vecchio
mercato San Miguel creando
tutta una serie di negozi
dove la sera puoi comprare
e mangiare sul posto come a
Eataly ed e' una cosa
divertentissima dove mangi
e bevi nella totale allegria
di tutti gli sgominatori!!
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