L’empatia è la capacità di sentirci uguali agli altri. Di avvertire che le persone che ci circondano sono esseri umani come noi, che provano emozioni ed hanno bisogni come i nostri. L’empatia è la capacità naturale di metterci nei panni dell’altro.
Esistono (molte) persone che non hanno la capacità di provare empatia più di quanto un daltonico possa distinguere il colore rosso dal verde.
Il contrario dell'empatia è l’egoismo. L'egoista è un'isola in un mare di estranei. L’egoista si sente in credito nei confronti degli altri esseri umani e non è a disagio nel procurare un danno al prossimo, a meno di rischiare di essere scoperto e di doverne pagare il prezzo.
Tutti si è umani, si sbaglia e ci si pente, ma l’egoista si pente di essere stato colto in fallo, non di aver agito “contro”. Se io rubo il portafogli ad un’altra persona, dimostro di non essere capace di empatia, perché il mio gesto non mi provoca il disagio che proverei se il portafogli lo avessero rubato a me.
Se sono infedele al partner, non riesco ad immaginare come mi sentirei se fosse stato lui a tradire me.
L’empatia è la dote più importante da cercare nella persona con cui desideriamo condividere la vita, persino più dell’attrazione, della passione e dell’intesa, perché l’amore vero è empatico.
“L’amore è questa cosa qui, facile facile: rendere felice chi ami” (Diego De Silva)
Sul dichiarare: “Io ti amo”, sulla parola amore, si consuma un equivoco. Perché le persone dicono “ti amo” ma pensano “amami!”. Dicono “ti amo” ma pensano “dammi il tuo amore, la tua attenzione, dammi te stesso”.
Mentre l’amore dovrebbe essere dichiarato attraverso il dare, diviene invece una pretesa di avere.
È dunque facile far credere di amare in un giorno di sole, ma spesso ne rimane a disposizione poco quando piove. L'egoismo è uno dei motivi per cui le coppie (sposate, o anche no) non durano: perché i coniugi amano più sé stessi del compagno. L'egoista fa soffrire.
Far soffrire per amore è una contraddizione. Può pensare di amare chi fa soffrire l’amato? Come si può addirittura arrivare ad uccidere per amore?
Diceva Salomon Burke (un soul man di classe ed anche un pastore di anime): Se non ne sei sicuro, se non te ne senti all’altezza, se non lo senti, non dire “ti amo”. L'altra persona potrebbe crederci. Dì piuttosto “mi piaci”. Dì “ti desidero”. Perché amore è dare, non pretendere. Amore è aggiustare, non distruggere. Amore è restare, non fuggire. Amore è stare dalla stessa parte, non tradire.
L’amore realizza uno stato naturale dell’essere umano: quello di creare una coppia. L’uomo realizza (o realizzava) una coppia per la vita, all’interno della società, per affrontarla in due, nel bene e nel male. L'amore è più stabile, maturo e definitivo dell’innamoramento, che lo precede ed è invece passione e desiderio.
Ad amare si impara, fin dall’infanzia, ed ad amare si insegna. Il partner che non comprende il bisogno dell’altro, la sua necessità di aiuto, che è incapace di perdonare, non è empatico con l’amato ed in realtà non lo ama.
C’è un’altra frase, significativa e bella, che ho letto su un muro (non ne ho identificato l’autore, ma ho scoperto che è piuttosto nota):
“Siamo persone
facciamo errori, ce ne scusiamo
diamo una seconda possibilità
ci abbracciamo
perdoniamo
noi amiamo”
Questa è empatia.
Ci vorrebbe un test, un esame del sangue, in grado di predire se l’altro ci amerà ancora quando ne avremo bisogno. Che ci avvisi se la persona ci amerà al momento di dimostrarcelo.
Anche l’amore può finire. Il dramma della vita è che nulla è per sempre: la giovinezza, i figli, i momenti felici, i genitori…
“Il tempo prende, il tempo da” (questa è di Guccini).
Perciò l’amore va aiutato, non va dato per scontato; va coltivato con cura come un giardino delicato. Il partner va corteggiato sempre, anche dopo anni. Non dobbiamo mai smettere di essergli riconoscenti e di farglielo sentire (perché nessuno è telepatico). Un matrimonio dove non ci si parla, e non ci si ascolta, è una pianta senza linfa. Un compagno ignorato come se fosse un mobile di casa, un brutto giorno potrebbe non esserci più.
Quanto sono belle le coppie che si amano? E quanto squallore, quanto dolore e quante prospettive di delusione e solitudine si aprono davanti ad una coppia che si separa?
Ma l’innamoramento è un meccanismo imperfetto, ed anche all’amore può capitare di essere sostituito nel nostro cuore da un nuovo amore (non è il caso del traditore seriale, che ogni volta continua ad essere innamorato solo di sé stesso). Del compagno ci si può annoiare e Cupido ci può fuorviare con un coup de foudre ben assestato - ma in questo caso l’errore di valutazione è dietro l’angolo, giusto a pochi passi dal rimpianto. Il tempo che passa può renderci sfuocata la vista e farci confondere l'amore con il batticuore di un’esperienza dal sapore giovanile. Vale la pena di perdere l'amore di una vita per un momento di batticuore? O, invertendo le parti, di perderlo per non saper perdonare un errore?
Ma se anche l’amore può finire, l’empatia no. Non tratterò con disprezzo il compagno che non amo più, e soffrirò per la sua sofferenza. Non lo tratterò con l’impazienza di un oggetto di cui liberarmi in fretta nel cassonetto dei rifiuti ingombranti.
E saper distinguere l’amore che è finito da quello che è scemato per abitudine, può fare la differenza per la nostra felicità futura, perché possiamo lavorare per rinvigorirlo o trasformarlo. La vita è breve e le opportunità sono meno di quelle su cui contiamo.
Come ci cambia la vita incrociare la vita con un compagno (un partner, un socio, un amico…) empatico oppure uno egoista?
Il primo ci accompagnerà, ci sarà d’aiuto, ci renderà felici. Il secondo, prima o poi si manifesterà nemico, come una sposa davanti al giudice nel giorno del divorzio.