giovedì 14 dicembre 2017
Coney Island
I miei tempi si stanno sbriciolando, sciogliendosi come neve al sole, inghiottiti dal nulla che avanza. E purtroppo non passera poi troppo tempo prima che non ci sia più neanche più nessuno a ricordarli [anche per questo mi piacerebbe scriverne una testimonianza, in un paio di libri intitolati Blue Motel e I furiosi anni settanta].
Nulla del mondo che mi circonda è più in sintonia con la mia sensibilità. O quasi.
Mentre passeggiavo per il centro, la mia attenzione è stata attirata da un manifesto, una locandina cinematografica (erano lustri che non accadeva, suppongo dai tempi di Eyes Wide Shut...). Una foto perfettamente coerente con la mia sensibilità, la mia esperienza, la mia mitologia, il mio gusto, le mie aspettative. Una bella donna, provocante, di fronte alla finestra di quello che sembra essere un piccolo appartamento vecchio stile di NYC, da cui si vede la ruota del luna park di Coney Island. In automatico nelle mie orecchie attacca a suonare una colonna sonora dei Blasters, o se preferite dei Mink DeVille o dei Drifters.
E poi me ne accorgo: è il nuovo film di Woody Allen. Non a caso, un santi dei miei giorni (ed uno dei miei tre registi preferiti). Grande Woody, fino a che sei uno dei vivi andrò a vederlo. Fosse anche il più brutto dei tuoi film, parlerà ancora la mia lingua.
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