mercoledì 19 agosto 2015
Chi beve birra campa cent’anni
La birra è una delle bevande alcoliche più antiche al mondo, ottenuta dalla fermentazione con lieviti di amidi (tipicamente orzo più o meno tostato) e resa amara dall’aggiunta del luppolo.
Quando ero bambino, di birra in Italia se ne beveva poca. È abbastanza comprensibile, se si considera che il nostro è uno dei paesi più tipicamente produttori di vino. Ho dei vaghi ricordi della birra Moretti, una delle più diffuse, che probabilmente fu la prima birra che assaggiai e mi parve amarissima; così come dello slogan “chi beve birra campa cent’anni” e della pubblicità della bionda birra Peroni.
La birra era un bere di turisti tedeschi, anche se io la “scoprii” nei miei viaggi in Inghilterra da adolescente.
Paradossalmente per conquistare il nostro paese, la birra ha utilizzato come cavallo di Troia uno dei simboli dell’Italia culinaria, la pizza.
Oggi anche da noi è quasi altrettanto celebrata del vino, se com’è vero alla festa degli Alpini (storicamente forti bevitori di vino e grappe) si beve ormai soprattutto birra, e se i micro birrifici indipendenti fioriscono in ogni città.
In numeri, il consumo annuo pro capite di birra in Italia è di 30 litri; in Germania il triplo, 106, in Repubblica Ceca 146, in Inghilterra 68, in Irlanda 98.
In Inghilterra la birra che si beve nei pub è servita generalmente a temperatura ambiente, tipicamente in grossi boccali, e comprende la Pale Ale, la birra chiara a bassa fermentazione e basso tasso alcolico che viene altrove chiamata Lager (che però è servita fresca). La Bitter, che è la più tipica, ambrata, amara e profumata, anche nelle varianti Mild (leggera) e Brown (o old, forte). La Stout, nera, amara, densa, poco alcolica, con una schiuma simile al cappuccino, di cui condivide anche il sapore di caffè.
In Irlanda la birra più diffusa, a partire dalla colazione, è la Stout, che comprende marchi famosi come Guiness e Murphy’s. Segue la birra rossa, l’ottima Smithwicks, cremosa e dal sapore di caramello, nota in Europa come Kilkenny. Infine le lager chiare beverine.
In Germania la birra tipica è la Pils, o Pilsner (che è sempre una lager), chiara e leggera, servita molto fredda in bicchieri alti e sottili, che ne contengono una piccola quantità per evitare che si riscaldi. Il cameriere ne porta un nuovo bicchiere in automatico ogni volta che questo viene vuotato, fino a che non chiediamo esplicitamente di smettere. Ogni città ha la sua produzione di pils, e chiederne una diversa può costarci l'attenzione del buttafuori.
Le Weiss (bianche) sono birre di frumento, opalescenti, acidule, fruttate al sapore di coriandolo e arancia.
In Belgio sono rinomati produttori di fumetti e di birre.
Le più celebrate sono le Ale, ad alta fermentazione, fruttate, speziate, acidule e ad alta gradazione, come le trappiste, le birre dei monasteri. Le Blanche sono l’equivalente delle weiss.
Le Lambic, dalle parti di Bruxelles, sono a fermentazione spontanea con lieviti selvaggi, spesso con l’aggiunta di succo di frutta (nella Krieg ciliegie).
In Spagna la birra si chiama cerveza, e tutti abbiamo assaggiato in bottigliette gelate la Estrella Dorada e la San Miguel, che sono ottime pils.
In USA la birra prende il posto dell’acqua minerale, che è consumata poco e costa molto di più. Le birre industriali che si dividono il mercato sono due: la Budweiser (in Europa Bud, slogan: “King of Beer”) e la più dolciastra Miller (slogan: “The High Life”). Si bevono gelate ed in quantità, e proprio perché sostituiscono l’acqua se ne consuma anche la versione leggerissima, la Bud Light.
La birra messicana che ha conquistato il mondo è la Corona Extra, leggera e di colore dorato, che non fa schiuma, va bevuta obbligatoriamente gelata e dalla bottiglia, magari con uno spicchio di limone o lime sul suo collo (per tenere lontane le mosche).
La miscela di birra pils e di gazosa / lemonsoda forma una bibita chiamata Panaché in Francia (due terzi di birra) e Radler in Germania (metà e metà).
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