Oggi mi sento un po’ triste. Vagamente in lutto. Sono giornate in cui invece di scrivere dovrei rimanere in silenzio.
Sono quelle giornate in cui ti chiedi se valga la pena di nuotare sempre contro-corrente. Se valga la pena mettere sempre avanti i valori e continuare a rimanere dalla parte dei buoni come quando da bambini si giocava a guardie e ladri o si leggevano i libri con una morale.
Sempre dalla parte della minoranza. Non però dalla parte del torto. È che sono sempre arrivato in anticipo; gli altri arrivano dopo senza neanche scusarsi. Quando gli italiani erano tutti balilla io non c’ero, ma ricordo quando i miei compagni di liceo in eskimo si proclamavano maoisti e i dissidenti si prendevano del fascista. Ricordo quando esistevano il muro di Berlino ed i paesi oltre cortina. Ricordo quando mi stavano sulle palle Craxi e i socialisti, mentre gli altri prendevano la tessera per passare i concorsi (italiani brava gente).
O quando ero l’unico ad usare il Macintosh. O quando ero l’unico a non guardare la TV… ah già, sono ancora l’unico a non guardare la TV.
È in giornate come questa che mi domando: ma perché non mando affanculo i miei valori e non salgo anch’io sul carrozzone a infilare le mani nella marmellata?
Dalla parte dei Berluscoleghisti non ce la farei, troppe differenze etiche e culturali. Non mi ci vedo in sede a prendere per il culo i lavoratori immigrati e a darmi pacche sulle spalle in dialetto. Ma perché non salire sulla corazzata Potemkin? Magari diventerei persino "assessore alla cultura" e avrei finito di lavorare…
Sono tutti incazzati con Beppe Grillo, uno che ha rinunciato al successo per stare dalla parte dei propri ideali. Sono incazzati perché a sentir loro avrebbe contribuito alla sconfitta del PD di D’Alema. Come se Grillo fosse dalla parte del PD. Come se chi lo vota avesse voluto votare Bersani ma fosse stato fuorviato dalle cattive compagnie. Come se uno si incazzasse con il Palermo perché ha fatto perdere la Juventus.
Io ho la certezza che non volevo votare Bersani: io non voglio respirare l'aria degli inceneritori, non voglio le centrali nucleari, non mi piace la gestione dei Comuni a tutto favore delle cooperative, non sono d’accordo con gli appalti, sollevo la questione morale e non volevo l’indulto… perché mai avrei voluto votarlo?
Dunque non ostinatevi a contare i voti a cinque stelle come voti rubati al PD. Io non voglio Berlusconi in Italia, ma neanche Bersani in Piemonte, e se è per questo non lo vorrei neppure in Emilia Romagna. Sarei addirittura stato deliziato se il PD avesse perso l’Emilia e il PDL la Lombardia… un pareggio ma con un guadagno per tutti, ve lo immaginate lo sconquasso?
Certo, un Partito Democratico alla Obama mi piacerebbe, a chi no? Ma non questo partito. Quello di Ignazio Marino lo avrei provato volentieri, magari avrei dato fiducia anche a quello della Bonino.
E magari ci avrebbero provato anche gli italiani, per una volta.