Una delle idee con cui è più difficile venire a patti per un animale intelligente come l’uomo è quella della morte. Non è facile accettare l’idea di morire “per sempre”. Probabilmente è proprio in quel sempre che sta la nostra incapacità di comprendere: potremmo forse accettare al contrario l’idea di vivere “per sempre”?
Il sempre in effetti è un po’ lungo.
Da questa vertigine origina la nostra esigenza di divinità. Se dovessimo usare la conoscenza dovremmo definirci atei: nessuno di noi, infatti, sa nulla di Dio. Nessuno a Dio ha mai parlato, e Dio non mai ha parlato a nessuno, sia che si trattasse di imperatori, papi, dalai lama, rabbini, saggi o sciocchi, ricchi o poverelli. Temo di non aver mai conosciuto una persona che creda veramente in Dio: qualcuno che non temesse la morte e non piangesse la morte dei suoi cari, anziché gioire del loro arrivo al paradiso, il luogo della eterna beatitudine.
Se usassimo la logica, dovremmo definirci agnostici.
Se usassimo il cuore, scopriremmo la nostra necessità di religiosità e misticismo.
Una necessità che non arriva al punto di farmi inventare un Dio a mia immagine e somiglianza. Mi limito a celebrare questa divinità, che non conosco e non posso conoscere, nella mistica del cielo e del mare, del vento e delle montagne. Come i primi popoli, come gli antichi Greci, come gli indiani d’America.
(PS: alla mia generazione di illuministi sembrava che la religione - con tutto ciò che nella storia ha comportato - fosse arrivata al capolinea. Certo, c’era ancora la DC, ma dieci anni fa sembrava essere stata spazzata via anch’essa dal vento della storia, per lasciarci un’Italia laica, come nel 1870. Ma alcuni avvenimenti hanno dimostrato che non è così. Naturalmente lo shock del 11 settembre 2001. Ma anche l’agonia del Papa santo, nella primavera del 2005, ha mostrato quale spiegamento di mezzi e di mass media sia in grado di muovere la Chiesa Cattolica. Quando Giovanni Paolo II è morto, tutti i quotidiani hanno titolato a lutto. Nessuno che abbia scritto: “il Papa è in Paradiso, con Dio e gli Angeli”.
Ma allora Dio è proprio come Babbo Natale: non ci crede più nessuno! Però a mostrare di crederci c’è un bell’interesse...)
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