Le mie feste preferite sono quelle dalle radici pagane, le feste in relazione con le stagioni e con il ciclico rinnovarsi della vita. Feste da festeggiare nell'intimità del proprio animo piuttosto che nel consumismo mondano.
Se "ciclo" deve essere, allora si inizi con l'inizio dell'anno. Con tutta evidenza l'anno nuovo non inizia il primo gennaio, giornata esattamente identica al 31 dicembre, non fosse che per un poco di mal di testa da cattiva digestione, soprattutto da alcolici. Alle nostre latitudini di paese mediterraneo l'anno termina con luglio, resta sospeso in agosto, e inizia di nuovo il primo di settembre. Ai tempi della scuola avrei detto il primo ottobre, ma oggi anche la scuola non inizia più in ottobre. Naturalmente non c'è niente da festeggiare in un nuovo anno che arriva ed un altro anno che se ne va, lasciandoci un poco più vecchi. Ed anche per quello che riguarda le grandi aspettative per l'anno nuovo, l'esperienza ci avrà bel insegnato qualche cosa... Dunque, primo settembre anno nuovo, ma senza festa.
L'inverno bello, quello della prima neve e della mitologia, si festeggia all'altezza del solstizio. Direi, data l'importanza della festa, dal 13 dicembre Santa Lucia al 25 dicembre giorno di Natale, con un eco fino al 31 dicembre e all'epifania, che tutte le feste si porta via.
L'inverno di gennaio è invece freddo, interminabile e noioso. La prima voglia di festa è rappresentata dai tre Giorni della Merla, il 29, 30 e 31 gennaio, che essendo secondo la tradizione i giorni più rigidi dell'anno rappresentano anche il traguardo, il punto di non ritorno oltre il quale si comincia ad attendere l'arrivo della primavera e dei giorni più caldi. Più precisamente dalla Candelora, 2 febbraio.
Pasqua è la festa della primavera, della rinascita, della speranza. La stagione più bella dell’anno e della vita (e la più rimpianta). Ma il bello è che ritorna tutti gli anni. Come l’alba segue sempre alla notte, la primavera segue sempre all’inverno. Chissà che anche una nuova vita non segua a questa.
Pasqua è la festa della rinascita e della speranza, e non a caso a caso si festeggia la risurrezione. Significativamente cade la prima domenica (giorno di Dio) dopo la prima luna piena dopo l'equinozio di primavera, il giorno dal quale le ore di buio diventano meno di quelle di luce. da quel momento si esce dalla stagione buia e fredda, l'inverno per entrare nella assolata e calda primavera.
Pasqua è il sabato del villaggio, e come tale la festa più bella dell'anno (anche se poi va spesso a finire che piove).
Il primo maggio è la festa del lavoro, che va festeggiata nel suo significato originale, quello che ci ricorda che la nostra giornata quotidiana è composta di lavoro per non più di otto ore, riposo per non meno di otto e infine di otto ore dedicate a noi stessi. A ricordarci che la felicità deve essere quotidiana. Anche il primo maggio è una festa antichissima, celebrata in epoca pre-cristiana come festa dei fiori, inizio dell'estate, festa di Walpurgis per i Vichinghi e inizio del mese di Maria per i Cristiani (e non va dimenticato che Maria, Nostra Signora, è perlomeno in tutta europa la Dea della Fertilità, divenuta madre di Cristo per sincretismo).
L'estate si festeggia la notte di San Lorenzo, il 10 agosto, quando è fatto obbligo ad ogni persona con un minimo di poesia nel cuore di andare a cercare una vetta da dove scrutare il cielo e godere del magico spettacolo della pioggia di stelle cadenti. Un avvenimento che ci fa sentire al tempo stesso così piccoli nell'universo e così importanti da vivere sotto un cielo così bello.
Manca qualche festa? Fosse per me, festeggerei la Presa della Bastiglia (14 luglio), come festa della Rivoluzione e dell'Illuminismo, a ricordarsi di restare sempre un po' rivoluzionari, e di non dimenticare dell'importanza dei diritti civili conquistati a fatica da qualcuno prima di noi. È ben vero che in quel giorno io lavoro, ma per una fortunata coincidenza la festa del patrono della mia città si tiene pochi giorni prima, il 4 di luglio, che oltreoceano è anche la Festa dell'Indipendenza di una nazione la cui anima poggia proprio sui principi dell'Illuminismo. Così non mi manca occasione di festeggiare anche la Rivoluzione.
Resta il compleanno. Ognuno ha il suo, un po' chiassoso, più o meno festeggiato. Ma siccome ad ogni compleanno mi ritrovo di un anno più vecchio, va a finire che quello che mi piace celebrare, per qualche istante dentro di me nel momento in cui me ne ricordo, è la più modesta ricorrenza dell'onomastico, che nessuno mai si ricorda di augurarci.