sabato 11 agosto 2018

Dizionario di un discorso amoroso


Roland Barthes è (era) un filosofo francese, nato nel 1915 e morto nel 1980. Il suo libro “Frammenti di un discorso amoroso” è stato dato alle stampe nel 1977. È un libro complesso, letterario e filosofico, tutt’altro che banale, caratterizzato da una quantità sovrapposta di livelli di lettura. Non un libro facile. Eppure è un best seller da quando è uscito, ed ancora oggi, quarant’anni dopo, si trova esposto in primo piano negli scaffali principali di ogni libreria. Perché tanta presa sul pubblico?
Perché si tratta di una delle letture prescelte da ogni cuore infranto. E di cuori infranti ce n’è più che persone sulla Terra.

Per esempio, la dedica di mio pugno sulla mia copia del libro recita: 
«Gaetano, estate 2018, lasciato dalla moglie dopo che lui l’ha allontanata in ogni modo, disperato di averla persa, mentre si consuma nell’attesa del suo ritorno» 

Al livello di lettura più immediato, il libro è un dizionario di “luoghi tipici”, in realtà non dell’amore ma dell’innamoramento. Ed in un mondo dove “il discorso d’amore è di una estrema solitudine, parlato da migliaia di individui ma non sostenuto da nessuno”, leggere un dizionario di luoghi della passione che tutti abbiamo vissuto e sperimentato nel nostro cuore, è di maggior conforto dei frigidi libri di psicologia che sembrano rimproverarci di amare, costringendo l'amore all’interno degli steccati della “ragione”. Ragione che rappresenta tutto l’opposto dell’innamoramento.
Il libro è ancora protetto dai diritti d’autore, dunque non mi è consentito riportarne dei brani senza infrangere la legge. Ciò nonostante mi permetto ugualmente di farlo, citando (prendendomi  qualche libertà) alcune voci che mi piace sottolineare. Confido che nel caso improbabile che l’editore Einaudi se ne avvedesse, voglia prendere la mia iniziativa come una reclame alle vendite e non un furto di parole.

(Nota bene: ho sforbiciato prendendomi qualche licenza. Gli originali sono sul libro).

Abbraccio. Per il soggetto, il gesto dell’abbraccio amoroso sembra realizzare, per un momento, il sogno di unione totale con l’essere amato.

Abito ...indossato nell’intento di sedurre l’amato.

Adorabile. “Nella mia vita, io incontro milioni di corpi; di questi milioni io posso desiderarne centinaia; ma di queste centinaia, io ne amo uno solo”

Affermazione. Il soggetto amoroso afferma l’amore come valore.

Appagamento. Ricerca di ottenere una totale soddisfazione del desiderio implicito nella relazione amorosa.

Attesa. Tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, [messaggi])

Capire. “Voglio capire! (cosa mi sta capitando)”

Catastrofe. Come in un vicolo cieco, il soggetto si vede destinato a una totale distruzione di sé.

Compassione. Un sentimento di compassione nei riguardi dell’oggetto amato ogni volta che lo vede, lo sente o lo sa infelice o minacciato da qualche cosa che è estraneo alla relazione amorosa in sé.

Corpo. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni interesse suscitato nel soggetto amoroso dal corpo amato.

Dedica. Il regalo amoroso viene cercato, scelto e comperato in uno stato di grande eccitazione.

Dipendenza. Se io accetto la mia dipendenza è perché non è una debolezza né una meschinità; essa è un segno di forza.

Fading. Prova dolorosa con la quale l’essere amato sembra sottrarsi a qualsiasi contatto.

Fastidio. Sentimento di moderata gelosia che coglie il soggetto amoroso quando vede che l’interesse dell’essere amato è catturato e distolto da persone, oggetti o azioni che ai suoi occhi agiscono come rivali secondari. (“Tu appartieni anche a me” dice il mondo).

Gelosia. Sentimento che nasce dall’amore e che è cagionato dal timore che la persona amata preferisca qualcun altro.

Incontro. “Com’era azzurro il cielo”.

Io continuo.

Informatore. Figura amichevole che tuttavia sembra avere la costante funzione di ferire il soggetto amoroso dandogli, come se niente fosse, delle informazioni anodine sull’essere amato, il cui effetto è quello di guastare l’immagine che il soggetto ha di esso.

Insopportabile. “Così non può continuare”.

Languore. Intangibile condizione del desiderio amoroso provato nella sua carenza.

Luna di miele*. Il soggetto amoroso vive ogni incontro con l’essere amato come una festa.

Magia. Nella vita del soggetto amoroso, non importa a quale cultura esso appartenga, non mancano mai le consultazioni magiche, i piccoli riti segreti e le consultazioni votive.

Mutismo. Il soggetto amoroso è angosciato dal fatto che l’oggetto amato, risponda parsimoniosamente, o non risponda affatto, alle parole (discorsi o lettere [o messaggi]) che egli gli rivolge.

Oggetti. Ogni oggetto che sia stato toccato dal corpo dell’essere amato diventa parte di questo corpo, e il soggetto vi si attacca appassionatamente.

Pazzia. Il soggetto amoroso è colto dall’idea di diventare pazzo.

Perché?

Ricordo. “E lucean le stelle”.

Rimpianto. "Nessuno ha veramente bisogno di me".

Risonanza. Una parola, un’immagine si ripercuotono dolorosamente  nella coscienza affettiva del soggetto.

Risveglio. Il soggetto amoroso si ritrova, al suo risveglio, nuovamente assalito dall’assillo della sua passione.
[Mi permetto il sacrilegio di aggiungere una variante mia personale: la consapevolezza dolorosa al risveglio di essere solo nel letto e di aver perduto, forse per sempre, l’oggetto amato]

Sensibilità del soggetto amoroso che lo rende vulnerabile anche alle ferite più lievi.

Sistemati. Il soggetto amoroso vede che intorno a lui tutti sono “sistemati” e gli sembra che ognuno disponga di un sistema affettivo da cui si sente escluso.

Unione. Sogno di unione totale con l’essere amato.

(da: Frammenti di un Discorso Amoroso, Roland Barthes, ET saggi, Einaudi, in libreria)




Nessun commento: